Convegno Snals-Confsal: l’importanza di una scuola seria.

Lanciare una sfida per la serietà e la qualità degli studi. Questo l’obiettivo del convegno “La centralità di una scuola seria. Più istruzione per la formazione e il lavoro” organizzato dallo Snals-Confsal lo scorso 29 gennaio. Nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma, si sono dati appuntamento esperti e rappresentanti delle istituzioni per discutere di istruzione e rapporto con il mondo del lavoro nonché dell’alternanza scuola-lavoro prevista dalla riforma Giannini. “La scuola è e deve rimanere la principale infrastruttura del Paese perché crea capitale umano, sociale e immateriale” ha detto il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi, che ha sottolineato la funzione essenziale svolta dal corpo docente: “Per poter arrivare al lavoro occorre prima educare, istruire, formare e poi portare i giovani verso il lavoro”. “E’ rischioso considerare la scuola ancella del lavoro, perché occorre un livello di cultura di base sempre più alto, oltre a una curvatura delle competenze sulle esigenze del mondo del lavoro”, ha osservato Silvia Costa, presidente della commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo, per cui “c’è bisogno di un dialogo più profondo con il sistema delle imprese e delle istituzioni”. Per Klaus Heeger, segretario generale Cesi (Confederazione europea dei sindacati indipendenti), “l’istruzione professionale deve essere messa al centro delle politiche dei Paesi europei”. Dal 2015, ha ricordato, l’Italia ha aderito all’Alleanza europea per l’apprendistato, di cui ora fanno parte 26 Paesi Ue, oltre 40 imprese e organizzazioni che offrono tirocini.
Durante il suo intervento Nigi ha presentato la proposta del sindacato autonomo della scuola per far sì che i percorsi di alternanza siano collocati perlopiù nel periodo estivo, in modo da non sottrarre troppo tempo alle materie curricolari, e non finiscano con la scuola superiore, anzi siano introdotti in modo più strutturato in tutti i percorsi accademici e in modo più intenso in quelli dove già sono previsti. Sul tema si è registrata anche un’altra novità, ovvero la richiesta di un tavolo sull’alternanza scuola-lavoro tra ministero del Lavoro e ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A farsene latore è stato Maurizio Drezzadore, consulente del dicastero di via Molise, che ha così risposto a Carla Galdino, rappresentante del Miur, che poco prima aveva affermato come “le aziende per l’alternanza” chiedano “incentivi fiscali a loro supporto”. “Si dovrà strutturare un modello su come fare apprendimento in impresa. Non si tratta più delle visite degli studenti nelle aziende” ha aggiunto Drezzadore, sottolineando “il forte bisogno di parlare un linguaggio comune tra scuole e imprese”. Di alternanza ha parlato pure Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, rilevando come – per avere un’offerta formativa adeguata alle esigenze del lavoro – occorra che la formazione sia coadiuvata “da un percorso di orientamento al lavoro che deve iniziare già sui banchi di scuola”. Inoltre, si rende “necessario un sistema di acquisizione delle competenze che renda più facile il dialogo tra mercato e università, coinvolgendo anche il mondo delle professioni”.
Infine, uno sguardo scientifico al tema dell’apprendimento da parte del neurologo Paolo Maria Rossini, direttore dell’Istituto di Neurologia dell’università Cattolica del Sacro Cuore, e da da parte della psicologa e psicoterapeuta Rosella De Leonibus. Si è ragionato di quanto sia importante offrire ai giovani percorsi e strumenti che aiutino ad allenare la mente al pensiero logico. Peraltro “la plasticità cerebrale – ha ricordato Rossini – è massima nei più giovani, elemento che va considerato per dare la giusta rilevanza al processo di educazione e di istruzione”. Durante il convegno è stato infine presentato il progetto sperimentale di alternanza Scholarsjob, ideato da Salvatore Piroscia,direttore generale di Confsalform, e realizzato da Confsalform in collaborazione con il Fondo interprofessionale FonARCom, rappresentato nella mattinata dal presidente Andrea Cafà.  Scholarsjob si rivolge a 1.600 ragazzi iscritti al terzo anno degli istituti tecnico-professionali. Nel triennio scolastico 2015-2018, fino al conseguimento del diploma di scuola secondaria superiore, gli studenti saranno messi nelle condizioni di acquisire sul campo il profilo professionale di Social media operator high-level specializzandosi in una o più categorie fra Facebook, Google, Linkedin, Twitter o Youtube.