Spending review: presentati gli emendamenti SNALS-Confsal al DL 95

Le valutazioni dello SNALS-CONFSAL in relazione alla Spending review e le azioni sindacali sono state chiaramente esposte con la ferma presa di posizione assunta dal nostro Segretario Generale riportata sull’ultimo numero del nostro organo di stampa (“Scuola-Snals” n° 118) e nel comunicato stampa dello scorso 10 luglio.

La manovra delineata dal Decreto Legge 95 del 6 luglio 2012 è stata definita di “tagli per fare cassa” e “solo riduzione di spesa, nessuna qualità”. Lo SNALS-CONFSAL, in totale condivisione e sinergia con la Confsal, ha affermato con forza che i lavoratori del pubblico impiego hanno già pagato prezzi altissimi  sia come dipendenti con il blocco del contratto e con le altre pesanti e inique misure sul piano degli organici, sia come contribuenti per l’insostenibile pressione fiscale e come tutti i cittadini per l’aumento delle tariffe e la contrazione dei servizi pubblici e sociali.

La Confsal, che aveva già proclamato la “mobilitazione”, dopo l’approvazione del decreto legge, a nome di tutte le federazioni aderenti, ha dichiarato che proporrà emendamenti per modificare il decreto legge e, qualora non si ottengano concreti risultati, si passerà dalla mobilitazione a forti azioni di protesta.

Secondo la strategia richiamata, lo SNALS-CONFSAL ha messo a punto una serie di emendamenti, per il personale del comparto scuola, che mirano a tutelare la dignità del personale docente sia quello inidoneo all’insegnamento sia a quello tecnico pratico (appartenente alle classi di concorso C555 e C999 o in esubero nelle altre classi di concorso) garantendo loro una serie di opzioni a domanda, quali:

  • fruire di collocamento a riposo se in possesso dei “vecchi requisiti ante-Fornero entro il 31 agosto 2012”;
  • in assenza dei “vecchi requisiti, fruire di collocamento a riposo con il possesso di almeno 35 anni di contribuzione; in questo caso con la disponibilità a subire una riduzione sull’ammontare della stessa dell’ordine massimo dell’1% per ogni anno di contributi  mancante ai 40;
  • mantenere nella funzione docente tutti coloro che possano essere riconvertiti su altre classi di concorso o sulle attività di sostegno ai portatori i handicap. Del resto era già stata attivata una procedura al riguardo;
  • consentire il passaggio ad altre classi di concorso su posti disponibili e vacanti a coloro che ne hanno già titolo e, in molti casi non ne hanno potuto fruire per effetto delle aliquote della mobilità professionale. Questo correttivo risolverebbe il problema dei docenti già titolari negli istituti per geometri per le esercitazioni che non sono potuti transitare  al laboratorio tecnologico per l’edilizia ed esercitazioni di topografia degli istituti tecnici “costruzioni, ambiente e territorio” (C430)  proprio per effetto del limitato numero di posti e dell’applicazione delle aliquote;
  • in subordine, di prevedere non il passaggio ai ruoli ATA, che produce forti penalizzazioni di prospettiva sul piano economico, ma di ricorrere all’istituto dell’utilizzo conservando il ruolo docente e la retribuzione sia quella attuale che in progress relativa a tale figura professionale. Analogamente anche il personale docente permanentemente inidoneo alla funzione, quindi collocato fuori ruolo, non si deve parlare di passaggio ai ruoli ATA, ma di utilizzo nei ruoli ATA per tutela almeno sul piano economico di questa particolare categoria di persone nei confronti delle quali si dovrebbero usare tutte le tutele del caso;
  • per il personale docente inidoneo, oltre ai correttivi sul pensionamento e sull’utilizzo, in estrema ratio, dell’utilizzo in modo da tutelarlo almeno sul piano retributivo si dovrà prevedere, per chi ne ha i requisiti, la possibilità, a domanda, del ricorso all’istituto della dispensa.

Analoghe iniziative emendative sono state assunte sia per il personale amministrativo del MIUR, sia per il settore universitario e della ricerca.

Ovviamente deve essere garantito che, per chi non potesse o volesse accettare nessuna delle ipotesi di cui sopra, deve essere prevista la possibilità di rifiutare la mobilità e di fruire di due anni di retribuzione all’80% e alla successiva risoluzione del rapporto di lavoro.

Ovviamente, qualora il percorso emendativo non produca i risultati auspicati, oltre alle preannunciate forti azioni di protesta lo SNALS-CONFSAL attiverà tutte le azioni giurisdizionali possibili. Si deve far presente che le azioni giurisdizionali sono attivabili solo nei confronti del testo finale della legge di conversione. Quindi, tutti coloro che si ritengono danneggiati dai contenuti del decreto legge non devono cadere nella trappola di dare adesioni a ricorsi non proponibili al momento, cadendo spesso vittime di speculazioni di vario genere.