Editoriale del Segretario Generale
Si riporta, di seguito, il testo dell’editoriale del Segretario Generale che verrà pubblicato sul prossimo numero dell’organo di stampa della nostra Confederazione: “Confsal, Società, Cultura, Lavoro”.
Per i dipendenti pubblici
Insostenibile e inaccettabile
la proroga del blocco dei rinnovi contrattuali
Confsal: è mobilitazione
di Marco Paolo Nigi
Negli anni dell’austerità il risanamento dei conti pubblici, attraverso una sequenza di provvedimenti governativi prevalentemente iniqui, ha avuto un alto costo per il cittadino italiano, soprattutto per il contribuente “onesto”, il consumatore di beni di prima necessità e l’utente dei servizi pubblici essenziali.
Il dipendente pubblico, tassato pesantemente alla fonte in un contesto di crescente pressione fiscale, per effetto del blocco dei rinnovi contrattuali, fermi al 31 dicembre 2009, e del turn over, nonché dell’esteso e diffuso precariato, ha subito una doppia penalizzazione dallo Stato e dalle Autonomie Locali, quali Istituzioni pubbliche e quali datori di lavoro.
Il potere di acquisto del dipendente pubblico è stato intaccato gravemente dal blocco pluriennale delle retribuzioni nominali, erose nel valore reale dalla maggiore tassazione e dall’inflazione spinta in alto dal “cattivo governo” delle tariffe e dei prezzi pubblici.
Riguardo al blocco del rinnovo dei contratti pubblici e della sua proroga contenuta nella previsione dell’atto governativo n. 9, la Confsal, prima in audizione in Parlamento e successivamente nell’incontro con il Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Gianpiero D’Alia del 4 giugno scorso, ha denunciato, oltre la evidente iniquità, l’illegittimità del provvedimento.
Infatti, è rilevabile la violazione dell’art. 3 della Costituzione allorquando all’effetto negativo del blocco del rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici per tempi medio-lunghi si contrappone l’effetto positivo dei rinnovi contrattuali in alcuni settori del privato impiego. Salta, così, l’equiparazione tra dipendente pubblico e dipendente privato.
La violazione è ancora più grave nel momento in cui viene meno l’uguaglianza fra dipendenti pubblici dello stesso comparto come, ad esempio, quello della giustizia, in cui i magistrati non subiscono il blocco retributivo a differenza degli altri dipendenti.
E’ altrettanto palese la violazione dell’art. 36 della Costituzione allorquando producono effetti contemporaneamente il blocco del turn over, con la conseguente riduzione del numero dei dipendenti e con l’inevitabile maggiore onerosità delle prestazioni, e il blocco dei rinnovi contrattuali, con la riduzione in termini reali delle retribuzioni. In sintesi, viene meno il sinallagma fra prestazione e controprestazione quale fondamento del sistema privatistico e soprattutto viene mortificato il diritto costituzionalmente garantito del lavoratore pubblico “ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro”.
Il provvedimento, con la previsione di pesanti sacrifici corrispondenti a cinque anni di “blocco retributivo” per la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici ma non per tutti, si rivela oltremodo iniquo nonché irragionevole.
Il blocco produce anche profili previdenziali fortemente penalizzanti, per non parlare dello scandaloso mancato riconoscimento dell’Indennità di vacanza contrattuale, già prevista dalla legge.
Per tutti questi motivi di merito e di legittimità, la Confsal ha chiesto al Governo il ritiro dell’atto governativo n. 9.
Per il rinnovo dei contratti pubblici le risorse finanziarie occorrenti possono essere reperite anche con economie di bilancio e risparmi di gestione, eliminando gli sprechi, come le costose e spesso inutili consulenze.
Ma la Confsal, da tempo, ha individuato e ha indicato al Governo le fonti delle possibili maggiori entrate e minori spese da destinare a copertura dei contratti pubblici nel contrasto serio e efficace all’evasione fiscale e nella vendita graduale del patrimonio pubblico disponibile non utilizzato, nonché nei risparmi connessi con le mancate spese di gestione degli immobili alienati.
In sintesi, per la Confsal, l’apertura dei negoziati per i rinnovi contrattuali pubblici è dovuta, così come è indispensabile definire e stanziare le relative risorse per affermare un minimo di equità e di legittimità nei confronti dei pubblici dipendenti.
D’altra parte, se si vuole veramente una Pubblica Amministrazione efficiente e funzionale alla crescita economica e occupazionale non si può continuare con le politiche dei tagli lineari e irrazionali, con il blocco del turn over e dei rinnovi contrattuali.
Al contrario, si devono avviare nuove e moderne politiche del personale valorizzando il lavoro pubblico e motivando il personale, anche attraverso l’incentivazione e la premialità del merito professionale.
In conclusione, il Governo è chiamato a fare scelte mirate a rendere la Pubblica Amministrazione efficiente nello svolgimento delle sue funzioni e nell’erogazione dei servizi e a valorizzare effettivamente e economicamente il lavoro dei pubblici dipendenti.
La Confsal, con le sue Federazioni, dopo aver presentato in merito giuste rivendicazioni e ragionevoli proposte risolutive, proclama la mobilitazione dei lavoratori pubblici e, in caso di mancate adeguate risposte da parte del Governo, è pronta a mettere in atto dure azioni di protesta e di lotta.
Cordiali saluti
Il Segretario Generale
Prof. Marco Paolo Nigi