Confsal: “Recuperare il potere di acquisto: una questione di equità e di sviluppo”

Editoriale del Segretario Generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, che verrà pubblicato sul prossimo numero dell’organo di stampa della nostra Confederazione “Confsal, Società, Cultura, Lavoro”.

CRISI ECONOMICA DELLE FAMIGLIE

Recuperare il potere di acquisto:

una questione di equità e di sviluppo

Per la Confsal s’impongono: rinnovo dei contratti, defiscalizzazione di retribuzioni e pensioni, concreta vigilanza sull’aumento dei prezzi

di Marco Paolo Nigi

La Confsal ha individuato nell’accertato aumento del tasso d’inflazione e nella conseguente progressiva perdita del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni un fattore decisamente negativo per l’equità e la sostenibilità sociale, nonché per la ripresa della crescita economica e occupazionale.

La ripresa dell’inflazione nell’attuale contesto di crescita economica debole e disomogenea può portare inevitabilmente ad una grave situazione di stagflazione.

Il fenomeno inflattivo generato da fattori esogeni, quali l’aumento del prezzo del petrolio e del gas, causato dalla crisi nord-africana e dalle grandi speculazioni del mercato energetico globale, e, in parte, da fattori endogeni, come le discutibili politiche governative sull’accisa dei prodottivi petroliferi, si ripercuote sul potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e conseguentemente sul loro tenore di vita.

Inoltre, la riduzione del potere di acquisto incide negativamente sulla domanda interna, la cui contrazione non può certamente sostenere la crescita economica e occupazionale.

In considerazione di tutto questo, il recente Consiglio Generale della Confsal ha riproposto con forza al Governo due questioni politiche centrali:

  • la crescita economica e occupazionale;
  • il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni.

La Confsal, in concreto, chiede la puntuale attuazione del “nuovo” modello contrattuale per il rinnovo dei contratti privati e pubblici, la defiscalizzazione universale delle retribuzioni e delle pensioni, nonché una alta e concreta vigilanza sull’aumento immotivato dei prezzi e delle tariffe dei beni primari e dei servizi pubblici essenziali.

La risposta governativa, al momento, risulta gravemente evasiva e/o elusiva, se non penalizzante in relazione alle inopportune e insostenibili politiche sull’accisa dei carburanti.

Per il rinnovo dei contratti del settore privato la Confsal, con le sue Federazioni, è fortemente impegnata affinché tutti i contratti scaduti siano rinnovati entro il 2011.

Riguardo al rinnovo dei contratti del settore pubblico, come è noto bloccati per effetto di legge, la Confsal ha ripetutamente denunciato l’insostenibilità della situazione, in relazione agli attuali e prospettici tassi inflattivi e ha proposto la “riconsiderazione politica” dell’iniquo provvedimento, possibile con l’utilizzazione delle risorse finanziarie provenienti dal contrasto all’evasione e all’elusione.

Intanto, l’11 aprile scorso all’Aran, è stata  sottoscritta un’Intesa, con la firma della Confsal e di quasi tutte le Confederazioni sindacali rappresentative che prevede, oltre alla fissazione della data delle elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), un percorso condiviso per la definizione, in tempi utili, dei nuovi comparti-aree di contrattazione, funzionale al rinnovo dei contratti.

La Confsal, anche in questo modo, si pone l’obiettivo di concorrere fattivamente per la creazione delle condizioni indispensabili per la presentazione delle piattaforme contrattuali per il rinnovo dei contratti pubblici. Riguardo alla defiscalizzazione delle retribuzioni e delle pensioni, la Confsal, in linea con il suo “manifesto sul fisco”, ha chiesto al Governo puntuali risposte entro il 2011, quale primo atto dell’avvio di una organica riforma fiscale. Per la Confsal l’utilizzazione illuminata della leva fiscale e il puntuale rinnovo dei contratti potranno consentire il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni. Il Governo, nell’ambito delle compatibilità di finanza pubblica, è obbligato a operare con urgenza per interrompere la spirale negativa in atto: perdita del potere di acquisto – contrazione della domanda interna – stagnazione economica – disoccupazione, nonché a vigilare concretamente sull’andamento di prezzi e tariffe, escludendo tassativamente provvedimenti che favoriscono di fatto la crescita dell’inflazione.

L’impegno presente, primario della Confsal è quello di pressare e, se necessario, incalzare il Governo, affinché metta in essere i necessari e improcrastinabili provvedimenti per restituire a lavoratori dipendenti e pensionati il perduto potere di acquisto, affermando un minimo di equità sociale e sostenendo la cresciuta economica e occupazionale.