Incontro al MIUR sull’avvio del TFA

Si è svolto il programmato incontro di informativa, anche a seguito di una forte e continua sollecitazione del nostro sindacato, che ritiene giusto e doveroso fornire ai propri associati e a tutti gli interessati informazioni corrette al fine di evitare strumentalizzazioni esistenti sui diversi territori su una tematica così delicata che coinvolge il futuro lavorativo di tante persone spesso da anni impegnati nelle scuole.

Il capo dipartimento, dott. Biondi, ha subito precisato che si sarebbe trattato di una prima informativa provvisoria e parziale in quanto non sono ancora definiti alcuni aspetti, anche di rilevante importanza, per l’avvio della procedura. Si è impegnato ad un ulteriore incontro quando sarà più chiaro il quadro della questione, probabilmente entro la fine della prossima settimana.

Nel suo intervento il Dott. Biondi ha precisato che:

  • nella determinazione del fabbisogno si è partiti dalle ipotizzate disponibilità ma si sono operati significativi incrementi raggiungendo un numero di posti di rilevante entità, come risulta dai dati pubblicati sul sito del MIUR;
  • hanno avuto avvio le nuove lauree magistrali relative all’insegnamento nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria ha segnalato che l’offerta delle università è stata inferiore ai posti attivabili di circa 600 unità e che, successivamente, non sono stati coperti 800 posti per il mancato superamento degli aspiranti delle prove pre-selettive. Sono, quindi, rimasti ben 1400 posti non attivati e il MIUR non ha accettato la proposta di abbassare il livello di accesso per recuperare almeno gli 800 posti;
  • per quanto riguarda l’avvio del TFA previsto dalle norme transitorie non era in grado, al momento, di fornire elementi per le classi di concorso che devono essere attivate dall’AFAM e per i corsi da attivare finalizzati esclusivamente al conseguimento dell’abilitazione per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria destinati ai diplomati che hanno titolo all’insegnamento ai sensi del D.M. 175/97;
  • per quanto riguarda l’avvio del TFA per le classi di concorso della scuola secondaria di 1° grado ci è stato garantito che sarà attivato per tutte le classi di concorso di questo segmento scolastico anche se vi sono ancora problemi di “quadratura” dei numeri e di localizzazione. Non è, infatti, significativo un raffronto tra il dato complessivo del numero attivabile e quello dell’offerta universitaria per la disomogeneità delle situazioni sia tra le diverse classi di concorso che tra le varie regioni. Si è comunque evidenziato che l’offerta universitaria a livello nazionale è inferiore al fabbisogno per le classi A033 e A043. Al riguardo è stato puntualizzato che non vi è alcuna possibilità di “costringere” le università né all’attivazione del TFA né alla variazione del numero di posti attivabili;
  • per quanto riguarda l’avvio del TFA per le classi di concorso della scuola secondaria di 2° grado di competenza delle università vi dovrebbe essere una attivazione per tutte le classi di concorso per cui vi è disponibilità;
  • per quanto riguarda i tempi  per l’espletamento della prova selettiva nazionale è ragionevole ipotizzare la loro effettuazione per la fine di gennaio con un arco complessivo di svolgimento che, inevitabilmente, coinvolgerà anche il prossimo anno scolastico;
  • le prove sono già state predisposte da un gruppo di ispettori e che, quindi, non vi saranno rallentamenti dovuti a questo aspetto, una volta definito il decreto interministeriale e presentate le domande da parte degli aspiranti.
  • Nel suo intervento la delegazione dello SNALS-CONFSAL ha:
  • sottolineato la mancanza di una informazione sindacale tempestiva e continua;
  • auspicato che nell’incontro della prossima settimana siano forniti dati puntuali sulle classi di concorso che saranno attivate, sulla relativa consistenza  numerica e sulla distribuzione territoriale;
  • sottolineato l’esigenza di un tempestivo avvio anche dei corsi finalizzati esclusivamente al conseguimento dell’abilitazione per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria destinati ai diplomati che hanno titolo all’insegnamento ai sensi del D.M. 175/97;
  • ribadito l’esigenza dell’avvio di procedure per conseguire l’abilitazione anche per gli ITP che, al momento, sarebbe l’unica tipologia di docenti che non ha possibilità di abilitarsi con tutte le evidenti conseguenze negative. Al riguardo ha richiamato la diffida già attivata dal sindacato e ha  chiesto che, quanto meno, sia attivato un canale di TFA analogo a quello previsto per i “vecchi” diplomati della scuola dell’infanzia e primaria;
  • chiesto che sia chiarito in  modo inequivocabile che i corsi del TFA relativi alla scuola secondaria di 1° e 2° grado saranno attivati per le vigenti classi di concorso e non per quelle future il cui iter di definizione è ancora in corso con tempi di ultimazione certamente non brevi. Va, quindi, chiarito l’equivoco della necessità, ipotizzata dalle università, di acquisire nuovi crediti formativi da parte degli aspiranti al TFA in relazione all’insegnamento della lingua nella scuola media; al riguardo l’Amministrazione ha condiviso le motivazioni addotte;
  • chiesto che, in relazione alla possibilità di acquisire nuovi crediti formativi universitari con “corsi singoli”, sia modificato il limite attualmente previsto dell’anno accademico 2010/2011 in modo da tutelare e garantire i diritti dei singoli. Su questo tema vi è stata un’apertura da parte dell’Amministrazione che verificheremo nella prossima riunione.

Da parte di tutte le delegazioni sindacali presenti è stata evidenziata la necessità di contenere i costi,  uniformandoli su tutto il territorio nazionale, e di conoscere e avviare le modalità di selezione dei tutor.

Nel suo intervento la delegazione dello SNALS-CONFSAL, in premessa, ha, altresì:

  • lamentato il mancato riconoscimento del servizio prestato ai fini dell’accesso ai corsi TFA;
  • denunciato anche in questa sede l’inaccettabile facilità con cui si tenta di rendere valide in Italia le abilitazioni conseguite anche da cittadini italiani in paesi della Comunità Europea. Ciò è in palese contrasto con la dichiarata volontà di attivare percorsi abilitanti a numero programmato, con procedure selettive (test di pre-selezione, prova scritta, prova orale) e con un percorso di durata annuale con un elevato numero di ore di attività di tirocinio in classe. Al riguardo si è evidenziata l’inaccettabilità di una procedura che, a fronte di una abilitazione acquisita all’estero, il beneficiario ha potuto ottenere il riconoscimento in Italia di più classi di concorso. Sono stati segnalati casi di rapporto di uno a quatto, cioè una abilitazione spagnola è  stata riconosciuta valida per quattro classi di concorso anche di ordini e gradi differenti.