A proposito di “spending review”

L’anno vecchio ha lasciato dense nubi e venti di tempesta sulle scuole ed i corsi gestiti all’estero dal MAE.

Non sono bastati i tagli annuali all’organico del contingente dei dirigenti scolastici, docenti, DSGA e assistenti amministrativi destinati all’estero, ormai praticamente dimezzato rispetto alle previsioni di legge, ma ora si sta tentando, in nome delle difficoltà di bilancio, di sovvertire radicalmente il sistema della nostra presenza culturale nel mondo.

Si sta – difatti – parlando molto di necessità di procedere all’analisi e revisione dei criteri di spesa, nel tentativo di evitare quegli sprechi che hanno seriamente compromesso la stabilità economica del nostro Paese.

Ai “tagli lineari” praticati fino a non molto tempo fa dal Governo, e giustamente criticati per la loro astrattezza ed incapacità a realizzare significative economie, senza pregiudicare la qualità della presenza pubblica nei vari settori d’intervento, da poche settimane si è sostituita l’espressione “spending review”, che altro non significa che “analisi e revisione dei criteri di spesa” lasciando ai responsabili politici e tecnici il compito di procedere con oculatezza e discrezione. Invece, quest’espressione sta diventando la cortina fumogena suscettibile di consentire operazioni di dubbia legalità ed efficacia.

Vogliamo dire che, in nome dell’economia, si vuole contrabbandare un’operazione già tentata nel passato, ma senza fortuna; si vuole, anzi si pretende che il MAE cessi di inviare all’estero docenti di ruolo, opportunamente selezionati, affidando ai vari Centri ed Enti gestiti da privati, l’insegnamento della nostra lingua e cultura! Chi e come dovrebbe individuare questi supplenti annuali non è dato sapere, ma certo il MAE non avrebbe più l’autorità per gestire le relative procedure, né potrebbe dare indicazioni relative alla qualità dell’insegnamento.

Quello che fa meraviglia è il fatto che nessuno al MAE pensa di dover esporre alle OO.SS. l’esistenza di un eventuale piano in proposito, la cui attuazione andrebbe a violare alcuni articoli del cap. X del vigente CCNL. Difatti la destinazione all’estero di dirigenti, docenti e amministrativi è dal contratto definita “mobilità professionale” e quindi la modifica della normativa vigente passa attraverso la contrattazione collettiva.

Invece tutto viene fatto portato a conoscenza da un comunicato stampa del MAE e dalla presentazione, il 20 dicembre 2011, di un o.d.g. alle commissioni Bilancio e Finanze e Tesoro del Senato, da parte del Senatore Micheloni che impegna il Governo a richiamare gli insegnanti di ruolo in servzio all’estero alla fine dell’a.s. 2011/2012 e a “destinare i risparmi realizzati al finanziamento degli Enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all’estero, che utilizzano insegnanti assunti in loco”. Si badi bene che l’o.d.g. non prospetta la possibilità di realizzare un risparmio, ma semplicemente prevede la destinazione dei risparmi agli Enti gestori. Viene da chiedersi: quale interesse pubblico si realizza in questo modo? Quali oggettivi vantaggi ne traggono i frequentanti dei corsi e le nostre finanze?

A parte tutte le considerazioni sull’affidamento esclusivo ai privati di un delicato segmento dell’istruzione italiana, diversamente da quello che accade in Italia, viene spontaneo chiedersi se i parlamentari eletti all’estero perseguano effettivamente l’interesse dei nostri compatrioti ivi residenti e non piuttosto si facciano portatori di potenti interessi privati, poco curandosi dello sviluppo della nostra lingua e cultura fra gli emigrati italiani e i loro figli.

Non si tratta di questioni di poco conto, né si può tollerare che colpi di mano riusciti in un clima non proprio chiaro e sereno possano consentire agli Enti gestori di sostituirsi allo Stato, né di vanificare la presenza dei nostri docenti all’estero, per i quali si tratta di mobilità professionale, come tale disciplinata dalle norme contrattuali.

Sempre a proposito di spending review, è bene ribadire che l’Ufficio V della D.G.S.P. ha già dato un notevole contributo, sia con la riduzione del contingente, sia con l’attuazione dell’art. 2, c. 4-novies della L. 26/02/2011: modifica della durata del servizio all’estero, blocco delle graduatorie, blocco temporaneo della mobilità a domanda. Ora tocca ad altri risparmiare e contribuire a salvare il nostro Paese!